Quanti di voi sanno cos'è "lu vicc'"? Semplice...è il tacchino!Questa è soltanto una delle tante parole del nostro dialetto tavennese destinata a perdersi. Custoditi soltanto dalla memoria dei più anziani, molti termini stanno finendo nel soffitto della nostra coscienza linguistica. A volte sono semplificati nella forma ("lu p'dcal" ha ceduto il posto a "lu pèd"), spesso risultano schiacciati dall'autorità della lingua italiana ("spartòn" e ormai sostituito da "strofinaccio" e, chissà, magari tra qualche anno lo chiameremo perfino "canovaccio"!) o ancora destinati a perde
rsi quando designano oggetti in disuso (difficilmente le future generazioni conosceranno "la munèr", grosso vaso per contenere acqua ad uso domestico).
Molti vocaboli che identificano e rendono unica la nostra parlata scompariranno! E' indiscutibile l'imperativo del parlare l'idioma nazionale...ma il nostro ultimo sondaggio ci vede unanimi nel considerare il dialetto "qualcosa da conservare e di cui essere fieri".
E allora proviamoci tavennesi...tiriamo fuori qualche altra rarità, qualche altra parola in via d'estinzione!
rsi quando designano oggetti in disuso (difficilmente le future generazioni conosceranno "la munèr", grosso vaso per contenere acqua ad uso domestico).Molti vocaboli che identificano e rendono unica la nostra parlata scompariranno! E' indiscutibile l'imperativo del parlare l'idioma nazionale...ma il nostro ultimo sondaggio ci vede unanimi nel considerare il dialetto "qualcosa da conservare e di cui essere fieri".
E allora proviamoci tavennesi...tiriamo fuori qualche altra rarità, qualche altra parola in via d'estinzione!